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Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare l'arte

250 opere, tra dipinti, sculture, grafiche e incisioni, celebreranno il movimento che, dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad inizio Novecento, seppe coinvolgere tutte le arti in un rinnovamento e traghettò la società italiana verso un cambiamento ideologico e di costume.

Inserito da (admin), martedì 20 ottobre 2009 00:00:00

250 opere, tra dipinti, sculture, grafiche e incisioni, celebreranno il movimento che, dalla seconda metà dell'Ottocento fino ad inizio Novecento, seppe coinvolgere tutte le arti in un rinnovamento e traghetto' la società italiana verso un cambiamento ideologico e di costume.
Per tutta la durata della mostra, Milano diventerà un palcoscenico aperto a esecuzioni musicali, liriche, letture di testi, pie'ce teatrali e proiezioni cinematografiche. Nell'estate 2009, Milano celebrerà la Scapigliatura, il movimento artistico e letterario che nacque proprio nel capoluogo lombardo e che qui si affermo'.

Dal 26 giugno al 22 novembre 2009, Palazzo Reale ospiterà la mostra SCAPIGLIATURA. UN -PANDEMONIO- PER CAMBIARE L'ARTE che, attraverso 250 opere - dipinti, sculture, grafiche e incisioni, corredate da testi, fotografie e molto altro ancora -, farà rivivere l'atmosfera di quest'esperienza che, dalla seconda metà dell'Ottocento fino ad inizio Novecento, seppe coinvolgere tutte le arti verso un rinnovamento e porto' la società italiana ad un cambiamento ideologico e di costume.

Il termine -Scapigliatura- deriva dal titolo del romanzo di Cletto Arrighi (giornalista, scrittore e patriota) La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62), in cui, con i toni passionali del racconto popolare, si narra la vicenda milanese di un -gruppo' di scontenti e ribelli, -vero pandemonio del secolo - serbatoio - dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti-, che finiscono con il sacrificare la vita nei moti antiaustriaci del 1853.

Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Artematica, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano, l'esposizione e' curata da Annie-Paule Quinsac e coadiuvata da un comitato scientifico composto da Giuseppe Farinelli per la letteratura, Paolo Repetto per la musica, Gaetano Oliva per il teatro, Anna Finocchi per i rapporti con l'architettura. In mostra saranno presenti i lavori di trentotto artisti, da Giovanni Carnovali detto Il Piccio a Daniele Ranzoni, da Tranquillo Cremona a Giuseppe Grandi, da Gaetano Previati a Medardo Rosso, a Pietro Troubetzkoy, provenienti da raccolte pubbliche e private italiane e da prestigiose istituzioni straniere quali il Groninger Museum di Groningen, in Olanda, e il Sze'pműve'szeti Múzeum di Budapest, coprendo un arco temporale di quattro decenni in cui il movimento si e' evoluto dall'iniziale serrata polemica ad un nuovo accademismo.

A corredo, nello stesso periodo, presso la Biblioteca di via Senato sarà approfondita la parte letteraria e giornalistica della Scapigliatura, nella mostra dal titolo La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohe'me milanese alla Roma bizantina. Per la prima volta verrà esposto il Fondo di Angelo Sommaruga di proprietà della Biblioteca di via Senato: lettere, biglietti postali, cartoline (fra cui alcune inedite di Gabriele D'Annunzio e Giosue' Carducci), volumi, riviste fra cui -Cronaca Bizantina- e -Forche Caudine- (di cui e' stato editore). Sarà presente inoltre una sezione dedicata alla caricatura e alcune opere di artisti scapigliati fra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Conconi.

Per tutta la durata della mostra, Milano diventerà un palcoscenico aperto a esecuzioni musicali, liriche, letture di testi, pie'ce teatrali, proiezioni cinematografiche. Saranno anche ricostruiti alcuni itinerari mirati ai luoghi canonici, urbani, della -vita' scapigliata, come le osterie, i caffe' e gli atelier, come quello di Eugenio Pellini di via privata Siracusa 6.

Il percorso espositivo, organizzato in sezioni cronologiche, prenderà il via da Gli anni -60. La formazione di un'estetica. Qui si troveranno le opere de Il Piccio, un precursore che, nelle ultime stagioni della sua vita, elaboro' una pittura sfumata, tutta d'atmosfera, e di Federico Faruffini, che sperimento' l'intensità coloristica intesa come lingua delle emozioni, accanto al quale s'incontreranno i lavori di Filippo Carcano, innovatore nel linguaggio pittorico ma meno propenso all'intimismo.

I protagonisti della sezione Gli anni -70. Il momento d'oro saranno Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona e Giuseppe Grandi che, in sodalizio, elaborarono la -macchia' scapigliata e la scultura pittorica, sostituendo al finito accademico, basato sul disegno della forma, una materia fluida, in cui la forma e' colore carpito alle zone d'ombra, suggerendo, e non descrivendo, il reale. GIi anni '80 sarà dedicata all'affermazione della scultura scapigliata, che prende avvio dal rifiuto del concetto rinascimentale di statuaria come plastica e apre cosi' la via alla cosiddetta -scultura impressionista-. In mostra si troveranno i lavori di Giuseppe Grandi, del quale per la prima volta verranno presentati i gessi - restaurati per l'occasione - del monumento alle Cinque Giornate, di Ernesto Bazzaro, del giovane Paolo Troubetzkoy, allievo di Ranzoni, del primo Leonardo Bistolfi e di Medardo Rosso. L'ultima sezione, Gli anni -90, evidenzierà come, in pittura e scultura, l'apporto delle nuove leve permette l'elaborazione di un vero e proprio accademismo del linguaggio scapigliato (come nel caso dello scultore Eugenio Pellini o del pittore Camillo Rapetti), mentre la visione scapigliata diventa un banco di prova per i futuri -divisionisti-, come ad esempio Gaetano Previati.

Fermento intellettuale, ma anche congerie socio-politica, la Scapigliatura fu un'esperienza che coinvolse tutte le arti verso un rinnovamento o, meglio ancora, un capovolgimento ideologico, artistico e di costume. Nella Milano postunitaria, laboriosamente avviata al ruolo di capitale morale, fra borghesia in ascesa, incombenti conflitti sociali e rinnovata coscienza individuale, intervenne un coro di voci spregiudicate e indipendenti. Velleità spesso urlate a pieni polmoni con atteggiamenti bohe'mien, esistenze sofferte che contrastarono il conformismo borghese, sensibilità artistiche tortuose e cariche di vibrazione emotiva, introverse, labili. La Scapigliatura raccolse personalità libere, unite dall'insofferenza e dal medesimo disagio di vivere che, nella volontà di scandalizzare i benpensanti, portarono a compimento una (con)fusione tra vita e arte.

Accompagna l'esposizione, un catalogo Marsilio Editori (24x29 cm, con circa 350 immagini a colori; Euro 30 in mostra) a cura di Annie-Paule Quinsac. Il volume segue l'andamento delle sezioni cronologiche del percorso espositivo e presenta saggi di Giuseppe Farinelli, Paolo Repetto, Gaetano Oliva, Anna Finocchi.

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