Tu sei qui: La Voce dei BorghiCaggiano, il borgo a 828 metri che unisce storia, natura e tradizione gastronomica
Inserito da (Admin), venerdì 12 settembre 2025 11:22:37
di Sabatino Di Maio
A circa ottocento metri di altezza, e per l'esattezza 828, sorge la cittadina di Caggiano.
La sua storia è legata alle incursioni saracene, e alla difesa del territorio messa in atto dal sesto figlio di Tancredi, condottiero, quest'ultimo, immortalato nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, eroe delle crociate. Suo figlio Roberto il Guiscardo, fece edificare il Castello, oggi in parte ancora visitabile, a difesa del territorio. Era la direttrice per recarsi verso Calabria e Puglia e poi raggiungere la Terra Santa.
A Caggiano, però la storia ha lasciato anche molte altre tracce. Prima del 1092 anno dell'edificazione del castello, voluta da Guglielmo di Caggiano, della dinastia, appunto, del Guiscardo, sono state trovate tracce e reperti del periodo neolitico, del VI secolo avanti Cristo. Le grotte sono quelle dello Zachito e sono visitabili sia con un percorso turistico che dura circa due, e sia con un più impegnativo itinerario speleologico che dura intorno alle cinque sei ore.
Il posto merita in ogni caso una visita, per osservare il lato dove si staglia il castello, imponente alla vista, che serviva appunto per difendere l'unico versante dove la conformazione del terreno non garantiva una protezione naturale. Il resto è ossigeno, a volte silenzio, altre volte paesaggi. Per questa sua posizione dominante sull'Appennino Lucano, il territorio si prestò a ad agguati, battaglie, e scontri cruenti.
Con Diocleziano con la sua riorganizzazione amministrativa di tutto l'impero, Caggiano fu inclusa nel territorio amministrativo dell'ager Voleceianus, che faceva capo all'attuale Buccino, l'antica Volcei. Un piccolo borgo dalla storia piena di dominazioni ed eventi. Anche qui non mancano le tipicità culinarie. Una cucina creativa, furba, verrebbe da dire, e di recupero, abbondante, perché la cittadina è sempre stata dedita all'allevamento ovino e caprino, e quello del pastore, anche a causa delle lunghe transumanze, è un lavoro duro e faticoso, che richiede un'alimentazione sostanziosa.
Dell'attività della pastorizia è testimonianza il cosiddetto "Cammino Caggiano-Viggiano", che parte dal territorio caggianese, e per 60 chilometri si spinge fino alla Basilicata.
Anche per questo motivo, forse, uno dei piatti tipici, se non il simbolo della cucina caggianese è un rustico, che da queste parti chiamano "pasticcio". Con il suo spessore di cinque centimetri nella sfoglia ottenuta da un impasto di grano duro, uova e strutto. All'interno un impasto composto prevalentemente da toma di latte vaccino o un primo sale, caciocavallo, pecorino, polpettone di carne macinata, pane raffermo, uova, prezzemolo e sale.
Si produce anche un salume tipico la "sopressata", dal colore rosso scuro in cui si distinguono i pezzi di lardo inseriti nell'impasto. Il tutto va accompagnato da un vino rosso locale.
C'è più di un motivo per visitare Caggiano.
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